Trilogia della catastrofe

Prima, durante e dopo la fine del mondo

7,99

Di Emmanuela Carbé, Jacopo La Forgia, Francesco D’Isa

Collana: Saggi pop


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Descrizione

Primo novembre 1814, castello di Schönbrunn: inizia il mondo. Mi convinco che tutto il prima è una menzogna, un’invenzione, una scrittura epica di un passato che non è mai esistito. Faccio fuori in un attimo secoli e secoli di storia e mi prendo in mano poco più di duecento anni. Mi sento già a mio agio: questo, con un po’ di sforzo, posso vagamente concepirlo. – Emmanuela Carbé, L’inizio degli inizi

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«Spera ancora di trovare il marito» mi dice Baskara a voce bassa. «È per questo che ti racconta tutto, senza tralasciare alcun dettaglio; è per questo che si trova qui oggi». Il Sole comincia a calare, lo vedo dal colore delle foglie del baniano fuori dalla finestra. Il verde si accende di rosso. Baskara mi batte amichevolmente sul dorso della mano. Il tempo a disposizione è finito. – Jacopo La Forgia, Costruire il risveglio

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Un’orribile notizia pende sulla nostra testa e siamo persino più sfortunati di Damocle, cui il tiranno di Siracusa fece sistemare sopra il capo una spada sorretta da un esile crine di cavallo. A sua differenza, infatti, non solo ignoriamo quando cadrà la spada, ma anche la sua dimensione. – Francesco D’Isa, Affrontare la morte

È noto che il mondo sta cambiando. Molto, quasi tutto ci porta a prevedere la fine della vita per come ora la conosciamo sulla Terra. La catastrofe (dal greco katastrophé, ‘rovesciamento’) che il genere umano sperimenta e sperimenterà non è però la prima: tutto quel che conosciamo è nato da una catastrofe, si è andato modificando e assestando attraverso catastrofi, e con una catastrofe andrà a terminare – o a proseguire, ma in modo radicalmente diverso.
In questo saggio ibrido, per contenuti e forma narrativa, tre autori approcciano la catastrofe in tre movimenti, come in una sinfonia: il principio, il durante e la fine. Il tutto a ricomporre una complessa e suggestiva versione dei rovesciamenti con cui noi uomini ci siamo formati, ci siamo distrutti e costantemente ci riformiamo. Oppure, in altro modo, ci estinguiamo.


Emmanuela Carbé (Verona, 1983) è borsista di ricerca al Centro Franco Fortini dell’Università di Siena, dove si occupa di progetti di Digital Humanities. Ha pubblicato i volumi Mio salmone domestico (Laterza 2013) e L’unico viaggio che ho fatto (minimum fax 2017).
Jacopo La Forgia (Roma, 1990), di formazione filosofica, è fotografo e scrittore. Pubblica reportage fotografici, saggi e racconti su quotidiani, riviste e antologie. Il suo romanzo d’esordio è Materia. La fuga degli elementi (effequ 2019).
Francesco D’Isa (Firenze, 1980), di formazione filosofo e artista visivo, espone in gallerie e centri d’arte contemporanea. Tra le sue pubblicazioni il graphic novel I. (Nottetempo, 2011), i romanzi Anna. Storia di un palindromo (effequ 2014), La Stanza di Therese (Tunué 2017) e alcuni saggi per Hoepli e Newton Compton. Direttore editoriale de «L’Indiscreto», scrive e disegna per varie riviste.

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