Descrizione
Primo novembre 1814, castello di Schönbrunn: inizia il mondo. Mi convinco che tutto il prima è una menzogna, un’invenzione, una scrittura epica di un passato che non è mai esistito. Faccio fuori in un attimo secoli e secoli di storia e mi prendo in mano poco più di duecento anni. Mi sento già a mio agio: questo, con un po’ di sforzo, posso vagamente concepirlo. – Emmanuela Carbé, L’inizio degli inizi
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«Spera ancora di trovare il marito» mi dice Baskara a voce bassa. «È per questo che ti racconta tutto, senza tralasciare alcun dettaglio; è per questo che si trova qui oggi». Il Sole comincia a calare, lo vedo dal colore delle foglie del baniano fuori dalla finestra. Il verde si accende di rosso. Baskara mi batte amichevolmente sul dorso della mano. Il tempo a disposizione è finito. – Jacopo La Forgia, Costruire il risveglio
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Un’orribile notizia pende sulla nostra testa e siamo persino più sfortunati di Damocle, cui il tiranno di Siracusa fece sistemare sopra il capo una spada sorretta da un esile crine di cavallo. A sua differenza, infatti, non solo ignoriamo quando cadrà la spada, ma anche la sua dimensione. – Francesco D’Isa, Affrontare la morte
È noto che il mondo sta cambiando. Molto, quasi tutto ci porta a prevedere la fine della vita per come ora la conosciamo sulla Terra. La catastrofe (dal greco katastrophé, ‘rovesciamento’) che il genere umano sperimenta e sperimenterà non è però la prima: tutto quel che conosciamo è nato da una catastrofe, si è andato modificando e assestando attraverso catastrofi, e con una catastrofe andrà a terminare – o a proseguire, ma in modo radicalmente diverso.
In questo saggio ibrido, per contenuti e forma narrativa, tre autori approcciano la catastrofe in tre movimenti, come in una sinfonia: il principio, il durante e la fine. Il tutto a ricomporre una complessa e suggestiva versione dei rovesciamenti con cui noi uomini ci siamo formati, ci siamo distrutti e costantemente ci riformiamo. Oppure, in altro modo, ci estinguiamo.
Emmanuela Carbé (Verona, 1983) è borsista di ricerca al Centro Franco Fortini dell’Università di Siena, dove si occupa di progetti di Digital Humanities. Ha pubblicato i volumi Mio salmone domestico (Laterza 2013) e L’unico viaggio che ho fatto (minimum fax 2017).