Descrizione
Attraverso l’esacerbata mentalità agonistica presente in molti aspetti della tradizionale educazione maschile, l’impossibile si è trasformato da ciò che nessuno era tenuto a fare in ciò che ciascuno deve almeno una volta provare a fare, come ad esempio raccontano da secoli centinaia di casi di un genere letterario, il romanzo di formazione.
Il “no” precedente la sfida è l’innesco della dinamica agonistica: il rifiuto non è accettato se non come interruttore di una energia volta a superare l’ostacolo, a vincere la sfida, a dimostrarsi superiori ai propri limiti.
Molti uomini sono soggetti a pesanti condizionamenti sociali, e il primo e forse più pesante di tutti è quello che li illude di essere fuori da ogni condizionamento, liberi di agire e di decidere grazie al loro libero arbitrio. Nel sistema educativo occidentale già ai bambini viene raccontato che nella vita possono fare tutto, essere ciò che vogliono, a patto di ‘credere nei propri sogni’, o espressioni simili dal tipico valore di luogo comune.
Ecco perché in una società piena di desideri di successo e fondamentalmente agonistica, il rifiuto diventa qualcosa di estraneo, di non elaborabile: difficile non solo da subire, ma anche da agire.
Attraverso il saggio di un filosofo femminista si indaga tutto questo.
L’autore: Lorenzo Gasparrini, filosofo e attivista femminista, ha pubblicato i libri Diventare uomini. Relazioni maschili senza oppressioni (Settenove, 2016) e Non sono sessista ma… (Tlon, 2019).